INDIA

 






Sul finire degli anni 30 del XX secolo squadre di calcio composte da soli calciatori indiani iniziarno a effettuare delle tournée in Australia, Giappone, Indonesia e Thailandia. Dopo il successo di numerosi club indiani all'estero, nel 1937 fu fondata la All India Football Federation (AIFF). La nazionale indiana esordì come rappresentativa di uno stato indipendente nel 1948 al primo turno delle Olimpiadi del 1948 contro la Francia, da cui fu sconfitta per 2-1 a Londra schierando calciatori per lo più scalzi. Nel 1950 l'India riuscì a qualificarsi al Mondiale brasiliano a causa del ritiro di molte delle avversarie nelle qualificazioni. Ciononostante anche l'India si ritirò perché la FIFA impose a tutti i giocatori che avessero partecipato alla fase finale dei Mondiali di indossare scarpe da calcio. Molti calciatori indiani rifiutarono di indossare le scarpe da calcio poiché abituati a giocare a piedi nudi. Secondo l'allora capitano della squadra, Sailen Manna, la motivazione del rifiuto del divieto di giocare a piedi nudi era in realtà una scusa per coprire un'altra ragione del ritiro: la nazionale di calcio indiana si ritirò dopo aver preso visione delle squadre del proprio girone, tra cui c'era anche l'Italia, bicampione uscente e ai tempi nazionale più forte al mondo, e sapendo che avrebbe dovuto affrontare gli azzurri nella prima partita, per paura di subire una netta sconfitta che avrebbe reso più difficile la creazione di un'identità nazionale, vista la recente indipendenza ottenuta, e avrebbe lasciato spazio al pessimismo. Da quel momento la selezione indiana non si qualificò più ad un mondiale. Il successo delle nazionali di cricket e di hockey su prato in maglia blu, lo hanno reso il colore anche della nazionale di calcio. Da questo fatto deriva anche il soprannome di “Blue Tigers”, vista anche la presenza della tigre come animale simbolo della nazione. La maglia presentata è quella utilizzata tra il 2019 e il 2020.

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